Fisico austriaco. Compì gli studi a Monaco, insieme ad A. Sommerfield e,
in seguito, nella città di Gottinga, con M. Born. Ancora studente,
scrisse un'esposizione della teoria della relatività, tuttora considerata
tra le più complete, quindi si avvicinò a Sommerfield per
dedicarsi allo studio e allo sviluppo della teoria quantistica di N. Bohr, in
modo da poterla mettere in relazione con i dati sperimentali emersi dalle
analisi spettroscopiche. Con lo stesso atteggiamento di Bohr e nella direzione
di quella che sarebbe stata in seguito designata come la Scuola di Copenaghen,
mostrò sin dall'inizio molte perplessità sull'efficacia
esplicativa del modello meccanico dell'atomo, sorto dall'intento di connettere
fisica classica e ipotesi quantistica. A partire dai dati sperimentali e da
quelli relativi all'effetto di campi magnetici sulla struttura fine dello
spettro dell'idrogeno (il cosiddetto "effetto Zeeman"),
P. affermò
la necessità di introdurre una nuova grandezza quantomeccanica non
spiegabile secondo il criterio classico, caratterizzata da un quarto numero
quantico. Giunse a formulare un principio generale, il
principio di
esclusione, in base al quale, in un sistema atomico, non si può
assegnare a due elettroni lo stesso insieme di quattro numeri quantici. Sebbene
questo principio non fosse giustificabile al di fuori dell'evidenza
sperimentale, esso risultava in grado di fornire una soluzione generale al
problema della distribuzione degli elettroni nei vari gusci. La grandezza
introdotta da
P. venne in seguito connessa all'idea di una rotazione
dell'elettrone su se stesso, lo
spin, nel delinearsi di un tipo di
raffigurazione destinata però a rivelare i suoi limiti entro breve tempo.
Il principio formulato da
P. restò valido anche nell'ambito del
nuovo formalismo quantistico, al quale lo studioso apportò contributi
rilevanti, come l'introduzione del numero quantico di spin nell'equazione di
Schrödinger, o il calcolo mediante il metodo delle matrici degli stati
stazionari dell'atomo di idrogeno. Dal 1929
P. fu professore a Zurigo,
dove dedicò i suoi studi anche alla fisica del nucleo e alla teoria
quantistica dei campi. Nel 1931, per riuscire a dare una spiegazione teorica
allo spettro continuo del decadimento (che non fosse in contraddizione con il
principio di conservazione dell'energia, elaborò l'ipotesi dell'emissione
di una particella neutra con massa a riposo nulla, il
neutrino, la cui
esistenza venne mostrata sperimentalmente diverso tempo dopo, nel 1956. Nel 1945
P. ricevette il premio Nobel per la fisica (Lorenzkirch 1913 - Bonn
1993).